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Identità della destinazione, ruolo delle nuove generazioni, crisi climatica e turismo in equilibrio: la serata di lancio del Dolomiti Paganella Future Lab ha posto i residenti dell’altopiano davanti a questi quattro fondamentali temi che influiranno sullo sviluppo futuro della destinazione e ha permesso loro di esprimere le prime opinioni. Adesso ha inizio la fase dei workshop.
Grande successo per la serata di presentazione del ‘Dolomiti Paganella Future Lab’, che si è svolta martedì 29 ottobre al Palacongressi di Andalo: posti a sedere esauriti e tanta curiosità e attenzione.
Ad introdurre la serata e illustrare gli obiettivi del progetto sono stati Michele Viola, Presidente di APT, Paolo Grigolli di Tsm (Trentino School of Management), Luca D’Angelo, Direttore di APT, e Emil Spangenberg, CEO della società Frame&Work e già artefice del piano di sviluppo della città di Copenaghen. Alessandro Bazzanella di Tsm ha poi illustrato come il Future Lab si svilupperà nei prossimi mesi e i diversi momenti che lo caratterizzeranno . L’invito è quello di apprezzare l’occasione unica che questo progetto offre e di cambiare prospettiva, interpretando il turismo non come un sistema fermo, già dato, ma come un sistema vivente che cambia, matura ed evolve come cambiano, maturano e evolvono le persone che lo formano. Premessa fondamentale questa, per provare a immaginare il nostro futuro.
Poiché immaginare il futuro non è cosa facile, soprattutto se si parte da zero, il fil rouge della serata lo hanno dato quattro temi, quattro scenari fondamentali che con ogni probabilità influiranno sul destino del nostro territorio: il DNA della destinazione, il ruolo delle nuove generazioni, la crisi climatica e l’idea di turismo in equilibrio: cosa vuol dire sviluppare un tipo di turismo veramente sostenibile e in equilibrio ambientale, sociale, economico? Per ogni tema è intervenuto un esperto, in grado di illustrare la problematica e offrire numerosi spunti di riflessione.
Graziano Cosner, direttore delle biblioteche comunali dell’altopiano, ha illustrato le origini storiche e sociali dei cinque paesi che compongono il nostro altopiano per cercare di rispondere alla domanda ‘Chi siamo? Cosa accomuna e rende unica la nostra destinazione?’.
A Maria Pina Trunfio, Direttore del master universitario ‘Tourism & Hospitality Management’ presso l’Università degli Studi di Napoli Parthenope, il compito di illustrare le sfide e le opportunità nel coinvolgere le generazioni più giovani (i cosiddetti Millennial e la generazione Z). La Dottoressa ha sottolineato l’importanza di guardare ai giovani non solamente come un nuovo target turistico, ma anche e soprattutto come segmento della popolazione locale che deve essere coinvolto e attratto a rimanere.
Roberto Barbiero, coordinatore dell’Osservatorio sul clima della PAT, con dati alla mano ha invece illustrato il cambiamento climatico in atto, la perdita accelerata dei nostri ghiacciai e le conseguenze che questo avrà su flora, fauna, popolazione e sull’aumento di fenomeni metereologici intensi.
A chiudere il ciclo di interventi un video di Pietro Beritelli, professore presso l’Università di San Gallo in Svizzera. Il suo invito è quello di abbandonare la classica visione che guarda alla salute del turismo solo attraverso numero di arrivi e presenze: ci suggerisce invece di guardare ai flussi temporali e spaziali. Capire cosa succede in una destinazione e come si muovono i turisti è essenziale per creare un prodotto e un’offerta che valorizzi un intero territorio, lavorando insieme a tutti gli altri operatori del sistema. Insomma, un ecosistema vivente, sociale, in grado di adeguarsi e cambiare.
Avevamo promesso una serata interattiva e partecipativa e così è stato: alla fine di ogni intervento è stato chiesto a tutti i presenti in sala di rispondere ad alcune domande per indurre a riflettere su quanto appena ascoltato e fornire al team di esperti i primi importanti elementi per le prossime tappe dei lavori.
Il metodo utilizzato per rispondere alle domande (attraverso il proprio smartphone, grazie ad un’apposita applicazione online) ha permesso che tutti i partecipanti fossero messi a conoscenza delle risposte in diretta, potendole proiettare sul grande schermo. Tra i risultati più interessanti, si nota come il 57% dei presenti consideri il cambiamento climatico non solo una minaccia, ma anche un’opportunità. Il 60% dei votanti è inoltre convinto che il turismo in Dolomiti Paganella non possa continuare a crescere per sempre. Le soluzioni? In molti insistono sulla necessità di puntare alla qualità dei servizi, dell’ospitalità e di una mobilità sostenibile.
Come spiegato più volte durante la serata il Future Lab durerà fino a fine 2020 e la fase successiva è già iniziata. Si sono infatti svolti i primi workshop, gruppi di lavoro dove i diversi stakeholder dell’altopiano, sotto la supervisione del team di esperti, sono chiamati ad approfondire i quattro temi della serata di lancio, ragionando più a fondo sui problemi e proponendo possibili soluzioni. Mercoledì 30 ottobre è toccato ad amministratori, rappresentanti del Parco Naturale Adamello Brenta, impiantisti, gestori delle infrastrutture legate alle attività turistiche, maestri di sci e guide alpine.
Attraverso un metodo partecipativo ispirato ai principi del design chiamato ‘a doppio diamante’ i partecipanti hanno innanzitutto lavorato su una definizione approfondita dei problemi, per poi ragionare sulle possibili soluzioni di quelli ritenuti più rilevanti. Nel corso dei prossimi mesi saranno coinvolti, di volta in volta, artigiani, associazioni di volontariato, residenti e, in particolare, i giovani, coloro che in prima persona vivranno il futuro che Dolomiti Paganella Future Lab inizia a delineare.
Scarica QUI le slide della presentazione della serata!
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