Una delle sfide fondamentali su cui vuole interrogarsi il Dolomiti Paganella Future Lab è l’idea di “turismo in equilibrio”: è un concetto che si rifà all’idea di sostenibilità, un termine che ormai ha assunto talmente tanti significati da aver perso la sua efficacia. Soprattutto, si tende ad associarlo alla mera sostenibilità ambientale.

Con il termine ‘turismo in equilibrio’ si vuole abbracciare una prospettiva più ampia, affinché il turismo possa essere qualcosa che porti beneficio a tutti i residenti, rispetti l’ambiente, regali esperienze più appaganti ai visitatori e offra carriere migliori e più remunerative agli operatori turistici e chi lavora nell’ospitalità.

È sotto gli occhi di tutti che il turismo è un fenomeno in crescita. L’Organizzazione Mondiale del Turismo ha previsto che nel 2030 il numero di viaggiatori raggiungerà 1,8 miliardi. Se da una parte questo significa opportunità e crescita in un settore fondamentale sul nostro altopiano, allo stesso tempo esempi come Venezia, Barcellona e Amsterdam ci mostrano come gli effetti del turismo possono diventare negativi, se il flusso di visitatori non è gestito nel modo giusto.

Partendo dall’idea che bisogna guardare alle best practices, per poi fare ancora meglio, ecco quello che alcune destinazioni lungimiranti stanno facendo per creare un sistema turistico in equilibrio.


#1 NUOVA ZELANDA

Tourism New Zealand, attingendo all’unicità della cultura neozelandese e mettendo in primo piano i bambini, ha recentemente lanciato la Tiaki Promise, per incoraggiare visitatori e residenti a operare come custodi della Nuova Zelanda, preservandola così per il futuro.

“È vero, il turismo è il cuore pulsante dell’economia neozelandese, ma dobbiamo assicurarci che restituisca più di quello che si prende.” (Stephen England Hall, Tourism New Zealand)


#2 PAESI BASSI

Motivati in gran parte dall’esempio (negativo) di Amsterdam, i Paesi Bassi hanno appena presentato una nuova strategia, Perspective 2030, che ha come obiettivo ultimo far sì che il turismo porti beneficio a ogni singolo cittadino nel Paese entro il 2030. Particolare attenzione è riposta nell’idea di collaborazione e co-creazione dell’offerta turistica, con un focus sulle prospettive di carriera di tutte le persone che, anche tangenzialmente, contribuiscono al settore turistico.

All’interno di questo framework statale, alcune destinazioni olandesi sono al lavoro per elaborare una visione del settore che vada oltre i benefici economici, ma guardi a come i turisti possono contribuire alla qualità della vita degli abitanti. Un caso interessante è quello di Rotterdam, che, dopo una rapida crescita di visitatori negli ultimi anni, ha fin da subito lavorato per creare una strategia per il futuro insieme agli stakeholder della città e a un panel di esperti internazionali che hanno esplorato e vissuto la città prima di fare le loro raccomandazioni. Quello che è emerso da diversi mesi di lavoro è, su tutto, la volontà di mantenere l’identità genuina della città, a discapito di progetti e iniziative che attirerebbero un maggiore numero di visitatori, ma stravolgerebbero l’identità di Rotterdam.

“Il turismo non è né una cosa buona, né una cosa cattiva […] ma è semplicemente un mezzo per un fine. Bisogna avere il coraggio di scegliere, essere selettivi sul tipo di turisti che si decidono di attrarre ed essere consapevoli che, a volte, questo comporterà vietare o non fare alcune cose.” (The Rotterdam Way, IABx 2019 on Tourism)


#3 AUSTURLAND

Visit Austurland (letteralmente ‘Est Islanda’) negli ultimi anni ha visto il turismo diventare uno dei principali settori economici della regione. La crescita è stata così inaspettata che fino al 2014 non esisteva una DMO (Destination Management Organization, come la nostra APT) in grado di gestire lo sviluppo dell’offerta turistica. Una volta creata, le persone a capo dell’organizzazione hanno subito compreso la necessità di sviluppare la destinazione attraverso un processo inclusivo, che coinvolgesse tutti i residenti e la comunità, il cui benessere deve essere messo al centro di ogni decisione presa.

“Non possiamo permetterci di essere irresponsabili. Dobbiamo chiederci che cosa vogliamo, ma soprattutto quello che non vogliamo.” (María Hjálmarsdóttir, Visit Austurland)


#4 ISOLE FAROE

Grazie ad alcune campagne marketing diventate virali, le isole Faroe sono diventate, negli ultimi anni, una delle destinazioni più in voga del momento, dove il settore turistico cresce del 10% ogni anno dal 2013. E “da grande crescita, derivano grandi responsabilità”.

Così nel 2019 Visit Faroe Islands ha lanciato una nuova strategia, Join the Preservolution (dall’unione di preserve, salvaguardare e evolve, evolvere). Il turismo non è più visto come un’opportunità, ma come una responsabilità, in primo luogo verso i residenti e l’ambiente. Per fare questo sono stati individuati quattro pilastri e obiettivi all’interno della strategia:

  • qualità prima della quantità
  • turismo su tutte le isole, tutto l’anno
  • conoscenza e professionalizzazione
  • un quadro legislativo comune, riconoscendo che la gestione di una destinazione è un fatto altamente politico

“Questa è un’opportunità unica per plasmare un’intera industria fin dall’inizio, mettendo al centro i bisogni, i desideri e lo stile di vita del popolo faroese. Questa è la nostra massima responsabilità e dobbiamo iniziare ora, è il compito più importante come destinazione e Paese che affronteremo negli anni a venire.” (Guðrið Højgaard, Visit Faroe Islands)

Queste sono solo alcune case histories che ci possono far riflettere sul significato di turismo in equilibrio, uno dei quattro temi alla base del Future Lab. Tocca ora alla nostra comunità decidere la veste che il concetto ‘turismo in equilibrio’ può assumere per il nostro altopiano.