Chi sono le nuove generazioni? Quali sono le sfide che ci pone il cambiamento climatico? Come si conciliano qualità della vita, imprenditorialità e difesa dell’ambiente? In attesa dell’evento finale del Dolomiti Paganella Future Lab, previsto per il 29 ottobre, abbiamo chiesto ad alcuni abitanti dell’altopiano di raccontarci il loro personale punto di vista relativamente ai 4 temi che stanno alla base del progetto: DNA di destinazione, nuove generazioni, cambiamento climatico e turismo in equilibrio.

  • Chi è Beatrice Bottamedi?

Dopo il liceo a Trento sono andata all’università a Firenze. Dopo l’università ho deciso di viaggiare e sono stata un anno in Australia e visto gran parte dell’Asia. Quando sono tornata mi sono resa conto che tutto quello che avevo ad Andalo mi mancava e di quanto fosse bello il nostro territorio. Quindi ho deciso di restare, perché ho percepito e accolto con piacere gli stimoli che questa comunità mi ha dato per crescere come persona e professionalmente.

  • L’Hotel Serena è una struttura turistica a gestione famigliare, qual è il tuo ruolo?

Come in tutti gli hotel a conduzione famigliare, la famiglia deve occuparsi di tutto. In questo momento sto cercando di imparare dai miei genitori. Credo che un hotel a conduzione famigliare abbia il surplus di essere condotto con vero amore, perché l’hotel è casa nostra, noi ci viviamo. Questa è la grande differenza con gli alberghi delle grandi catene. A “casa tua” è difficile dividere la vita tra privata e lavorativa, ma le soddisfazioni sono tantissime.

  • Sull’altopiano di giovani albergatori come te ce ne sono ancora pochi. Perché secondo te molti tuoi coetanei sono andati via da qui o hanno deciso di non fare il tuo lavoro?

Innanzitutto credo che i giovani tendano ad essere attratti dalle città e da tutto quello che offrono, dalla movida ai musei. Tutte cose che qui sul nostro altopiano non ci sono. Un altro fattore molto importante è la mancanza di opportunità professionali diverse dal settore turistico. Per questo motivo molti giovani non vedono altra alternativa che andar via e cercare fortuna nelle grandi città. C’è anche da considerare il fatto che molti ragazzi figli/e di albergatori si sentono costretti a diventarlo e questo li spaventa, perché è un lavoro di grandi responsabilità e devi sentire la volontà di fare questo passo, non puoi esserne costretto.
Quello che ha fatto la differenza nel mio caso è che i miei genitori non mi hanno mai negato viaggi ed esperienze all’estero, forse è anche per questo che sono tornata di mia volontà.

  • La generazione dei nostri genitori gestisce l’attività con un approccio 24/7. Forse è questo che spaventa la nuova generazione. Come pensi debba cambiare lo stile gestionale per attirare i giovani?

Le aspettative e lo stile di vita della nuova generazione sono totalmente diversi rispetto a quello dei genitori. Ad oggi, un giovane è spaventato all’idea di vivere la maggior parte dell’anno chiuso dentro l’albergo.
Quello che spero è che venga fatta cultura imprenditoriale per rendere i ragazzi consapevoli che ci sono anche nuovi stili per gestire una struttura alberghiera. Non si può più pensare di chiedere a un giovane di lavorare più di 10 ore, perché non ce ne sono di disponibili. Le nuove generazioni hanno sviluppato, proprio vedendo i sacrifici dei genitori, una maggiore attenzione alla qualità della vita, anziché orientarsi verso il solo profitto. Dobbiamo capire come lavorare meglio, il che non significa meno.

  • Oltre a gestire l’hotel di famiglia, sei anche direttamente coinvolta nella gestione di Andalo for Family. Puoi dirci qual è il tuo ruolo?

Andalo for Family è un insieme di albergatori e fornitori di servizi dell’altopiano fortemente orientati al target family. Io sono la coordinatrice di questo gruppo da 3 anni e questo mi ha permesso di confrontarmi con tanti imprenditori della destinazione, dai quali ho imparato molto. È un gruppo molto coeso, le cui scelte strategiche hanno permesso a tutti di crescere e competere in maniera sana e coerente.

Ascolta il terzo episodio del podcast “FUTURO – La destinazione che sarà”

La maggioranza dei residenti che ha partecipato all’indagine di comunità condotta dal Dolomiti Paganella Future Lab ritiene importante progettare interventi per ridurre lo spreco di cibo di ristoranti e hotel.

Ma quanto si spreca nella vita di tutti i giorni?
Quante risorse naturali consumiamo in montagna? E che limite hanno le nostre risorse naturali?
Che cos’è l’economia circolare?
Quali sono i vantaggi dell’economia turistica circolare per tutti noi?

Leggi la terza ‘Pillola dal Futuro’

‘Pillole dal Futuro’ è un progetto editoriale nato per accompagnare la comunità all’evento finale del 29 ottobre, un modo per tenere attiva la discussione sui 4 temi fondanti del Future Lab attraverso la voce di alcune figure di riferimento della nostra destinazione. Le sei uscite sono state consegnate presso le case di tutti i residenti dell’Altopiano durante i mesi estivi.